Monte Iudica

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09-07-2016 11-25-09

Da dove iniziare? Se seguiamo il filo della storia dobbiamo iniziare da un antico popolo indigeno che popolava il monte e dalla necropoli scavata nella roccia. Ma la leggenda ci racconta di una giovane normanna, Emidia, che per sfuggire ai Saraceni si travestì da vecchia ma che, una volta scoperta, venne gettata in un dirupo conosciuto oggi come “U sautu da vecchia” (Il salto della vecchia). La geografia ci parla di un monte alto 764 metri sulla piana di Catania che l’inganno prospettico sembra farlo rivaleggiare con la dirimpettaia Etna.

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Grotta dei Santi

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06-05-2016 17-10-08

E’ impossibile districare dalla matassa aggrovigliata dai fili della storia, della religione e della leggenda, la verità sulla vita dei santi Alfio, Filadelfo e Cirino. Leggenda vuole che la loro ultima prigione fosse a Lentini dove ancor oggi ritroviamo la Grotta dei Santi.

Sulla vita di Alfio, Filadelfo e Cirino riportiamo il racconto che ne fa il prof. Davide Gullotta sulla pagina Facebook “Ti cuntu“.

Nel 250, l’imperatore Decio emanò un editto secondo cui ogni persona doveva effettuare un sacrificio alle divinità della Religione romana; il rifiuto avrebbe significato il rifiuto di sottomettersi all’impero e la pena sarebbe stata la condanna a morte.

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Grotta Vadalato

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29-11-2014 18-13-09

Testo di Ina garaffo.

La grotta di Badalato o Vadalato si trova a sinistra dell’omonima chiesa ai piedi di una collinetta lavica su cui crescono fichi d’India in contrada Poggio Rosso a Biancavilla. Da quando il sito e’ stato bonificato e’ possibile vederla solo attraverso l’ inferriata.
Si raggiunge dal km 29+700 della SS 121. Attorno alla nascita del sito e’ nata una leggenda secondo la quale nei primi del XIX sec. (1830) un certo Luigi Petralia, laico dei frati minori francescani, sognò che all’interno di una grotta lavica a circa 3 km da Biancavilla,vi fosse sepolto un quadro della Madonna.

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Monte Nero degli Zappini

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08-11-2012 12-22-24E’ stato il primo sentiero natura realizzato in Sicilia (a metà del 1991) e ad oggi rimane uno dei sentieri più frequentati nel territorio del Parco dell’Etna, deve il suo nome al termine dialettale siciliano per indicare i pini. Il percorso, che non presenta particolari difficoltà, si snoda a partire dal pianoro ad ovest di Monte Vetore, a breve distanza dal Grande Albergo dell’Etna. Attraversa campi lavici antichi e recenti (1985 – 2001), grotte di scorrimento lavico, hornitos, pietre “cannone” (sarcofago di lava solidificata attorno ad un tronco d’albero), formazioni boschive, imponenti pini di eccezionale bellezza, raggiungendo il Giardino Botanico Nuova Gussonea.

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Grotta Catanese

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04-10-2015 18-02-39Trattasi di una grotta di scorrimento caratterizzata da una sala che è tra le più grandi a noi note sull’Etna in cavità di questo tipo. Si scende camminando su grossi blocchi di crollo e ci si trova subito in un vasto ambiente campaniforme. Il pavimento, nel punto più basso della sala è di terra mista a pietre e detriti vegetali. Dal lato sud esso si innalza bruscamente sino a costituire la parete di fondo della sala; la lava si presenta qui a superficie unita con formazione di corde e lamine.

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Grotta Lucenti

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11-04-2015 12-53-050Contesto geologico-storico.
Grotta Lucenti è ubicata nelle “sciare” Susanna, circa 200 metri a nord della Parrocchia San Luigi lungo il viale Mario Rapisardi a Catania.
In realtà, al di là di quello che può lasciare intendere il nome, si tratta di una cavità antropica scavata manualmente, nel bordo nord orientale, del ramo centrale, della colata lavica che ha devastato Catania a partire dalla fine di marzo del 1669 ed in particolare questa porzione di territorio è stata invasa dal flusso lavico tra il 2-4 aprile del 1669 (Branca et alii. 2013).

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Bricinna

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26-06-2015 19-33-27

Via Bricinna

E se chiedessi: “Sapete dirmi dove si trova la strada di san Giuliano?” Mi risponderebbero??!!! Credo proprio di no. A Lentini c’è un antico quartiere, un quartiere storico, si chiama san Paolo. Perché si chiama così visto che a Lentini, non esiste, una chiesa intitolata al Santo?! La leggenda narra che l’Apostolo sia venuto nella vetusta città per parlare agli ebrei che lo popolavano, mentre era a Siracusa. Ecco, il quartiere denominato “Judecca” era occupato da gente di origine ebraica. Nel fondo valle della Valle Ruccia in senso Sud – Nord troviamo lo storico quartiere. Ad Ovest lungo la chiesa parrocchiale di San Luca sale la strada di San Giuliano, oggi, via Bricinna.

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Rometta

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Panorama da Porta Messina

Panorama da Porta Messina

Viene fondata in età bizantina, il suo nome in greco vuol dire le difese, le fortezze (ta erymata). Dopo lunghissima resistenza viene occupata dagli Arabi e il suo nome viene pronunciato rimtah, da cui il medievale Rametta e successivamente nel XVI secolo Rometta. Nel territorio romettese sono state trovate testimonianze di vita che risalgono alla prima età del neolitico, nella sua prima fase appartenente alla cultura di Stentinello (4000 anni prima di Cristo), all’età del ferro, per giungere alla necropoli del V-III secolo a.C. Intorno al V secolo d.C. a Rometta si formò la comunità greco-latina che, in fuga dai centri della costa, venne qui a cercare rifugio dalle devastanti invasioni vandale. Ben presto Rometta assunse un preciso ruolo strategico: dall’alto delle sue mura e delle sue torri controllava un buon tratto dell’antica strada che da Messina conduceva a Palermo.

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Grotte Balze Soprane

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01-05-2015 18-45-13Il complesso delle grotte di “Maniace” nella contrada Balze Soprane in territorio di Bronte, è costituito da un ambiente principale occupato da numerose sepolture databili al Bronzo Antico con una grande presenza di ceramica. Quest’ultima è rappresentata dalla tipologia della ceramica dipinta dello stile di Castelluccio con motivi a losanghe e appendici laterali. Probabilmente tali figure antropomorfe e zoomorfe erano legati alla sfera mitica e del sacro.
Gabriele Spitaleri da www.academia.edu

Foto di Salvo Nicotra

Pagina Etnanatura: Grotte Balze Soprane.

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Grotta sant’Agrippina

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04-12-2014 18-08-04Nelle balze scoscese che chiudono a nord il colle di Mineo si apre una profonda forra, indicata con il toponimo greco di Làmia nel significato di stretta valle fluviale o di edificio con soffitto a volta. Il torrente Lamia Questo vallone, che ha sempre offerto un veloce raccordo viario lungo l’antica “via dei monti” tra l’altopiano ibleo e la Sicilia interna, fa gomito al suo sbocco verso la Piana di Mineo, determinando uno sperone roccioso, in cui è stata scavata nel tardo medioevo una dimora fortificata, successivamente adattata ad edificio di culto, detta “Drafone” per la presenza di un boschetto di allori. Il sito è eponimo di una famiglia feudale, collegata alla nobiltà lentinese, i “de Lamia”, che tra la fine del secolo XIII e il secolo seguente disponeva di signorie feudali nel sud-est dell’isola e ricopriva importanti ruoli nell’ambito della burocrazia statale.

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