Le grotte dell’Etna spesso si associano a leggende e a fiabe orride legate alla presenza di una “truvatura” (tesoro) resa inaccessibile da malefici e iatture. La grotta dello Scannato (nomen hominem) già dal nome evoca fantasmagorici terribili scenari di sangue e di ferocia. Ma, al di là delle rappresentazioni evocative, si tratta di una delle più significative grotte etnee, purtroppo di difficile accesso in quanto sita in una proprietà privata. Formatasi da una colata lavica del 394 a.C., è stata fra l’altro sicuro riparo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale per gli abitanti della costiera Acese. Oggi, come ci informa l’amico Gaetano Fichera (non a caso detto papàstrello, forma sincopata di papà dei pipistrelli), annovera la presenza di una colonia di pipistrelli miniotteri. La grotta costituisce per i pipistrelli un luogo ideale per l’accoppiamento e per lo “swarming” una sorta di scuola dove gli adulti insegnano ai giovani pipistrelli le tecniche di caccia e di volo.
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Grotta del gelo
I sentieri che conducono alla grotta del gelo sono sicuramente fra i più affascinanti dell’Etna. Attraversare Piano dei dammusi con le sue lave a corda che disegnano fantasmagorici ghirigori, incontrare il Monte dei morti dove le lave sembrano i corpi di cadavere affastellati, sono esperienze uniche che solo l’eterogeneità unica dei paesaggi etnei può offrirci.
Grotta degli archi
La Grotta degli Archi è un bell’esempio di apparato eruttivo che presenta un cono di scorie, formatosi sulla frattura eruttiva, un canale ed un tubo di scorrimento che si sviluppano su due livelli sovrapposti. Il livello superiore, che parte dal cono di scorie, è costituito da un bel canale di scorrimento a cielo aperto, chiuso in alcuni tratti da archi di roccia (da cui il nome della cavità). Questo livello è lungo circa 350 m. Al di sotto di questo, si trova un tubo di scorrimento che è ostruito, nella parte centrale, per il congiungimento del pavimento con la volta ed è accessibile dalle due estremità. L’accesso superiore, che si trova in corrispondenza dell’arco di roccia formatosi a ridosso del cono di scorie, è costituito da uno scivolo che dà accesso al tratto della grotta di scorrimento lungo circa 100 m. Un altro scivolo, a valle del primo arco di roccia, dà invece accesso, dal basso, al tratto di tubo di scorrimento, a valle dell’ostruzione, e che è possibile risalire per circa 70 m, superando anche un salto di circa 3 m. Si ha notizia dell’uso, nel passato,
della cavità come deposito di neve.
Da CSE Catania – Renato Bonaccorso e Roberto Maugeri.