Acquedotto romano Scalilli

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15-12-2015 18-20-15

L’acquedotto romano di Catania (vedi) fu la maggiore opera di convoglio idrico nella Sicilia romana. Attraversava il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia e l’area urbana catanese, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo. Nonostante la struttura fosse imponente e piuttosto articolata e sebbene fino al XIX secolo non manchino attestazioni del suo utilizzo in alcune sue parti, della presenza di tale sistema idrico non si ha menzione nelle fonti classiche. La prima citazione la compie il Fazello nella seconda metà del XVI secolo che lo definisce ricco di acque e monumentale come quello di Roma.

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Petraro

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19-12-2015 17-39-46In territorio di Melilli, nei pressi della frazione di Villasmundo, si trova la contrada Petraro ricca di interessanti emergenze archeologiche che testimoniano della presenza dell’uomo nella zona, sin da dalla Preistoria. Il sito archeologico si articola in due elementi strutturalmente diversi ma intimamente correlati: la Timpa Ddieri ed il soprastante pianoro dove sovrapposti segni indicano l’esistenza di abitazioni riferibili al Neolitico ed al Bronzo antico. La Timpa Ddieri è una parete rocciosa alta circa cento metri che si trova sulla riva sinistra del fiume Mulinello nel punto in cui esso lambisce la contrada Petraro. Questa parete rocciosa racchiude un insediamento rupestre costituito da grotte scavate nel calcare, distribuite su più piani. Alle grotte, fino a qualche anno fa, si accedeva attraverso uno stretto cunicolo che gli antichi abitanti del sito avevano scavato nella parete a metà del costone.

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San Giovanni in Palagonia

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03-02-2013 10-20-20I resti della piccola basilica di San Giovanni si trovano nella valle del fiume Catalfaro a Palagonia. Si tratta di una chiesa a pilastri con arcate e rozze decorazioni di cui è difficile stabilire un’esatta datazione. Secondo alcuni studiosi dovrebbe risalire al periodo bizantino e quindi intorno al V-VI sec., altri, rifacendosi ad un dipinto ottocentesco che la riproduce quasi integra, ritengono che apparterrebbe allo stile circestense e quindi al XII secolo.

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Museo di Centuripe

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04-10-2014 10-41-47Il Museo archeologico regionale di Centuripe espone la maggiore collezione di reperti archeologici della romanità nella Sicilia interna, ed è posto nel comune di Centuripe nei pressi del tempio degli Augustali e di altre aree archeologiche. Le collezioni del vecchio museo civico sono state integrate con i reperti forniti dagli scavi condotti a partire dal 1968 dalla Soprintendenza per i Beni Culturali. Il Museo presenta la storia della città dai tempi remoti alla sua distruzione.

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Madonna dell’Adonai

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14-08-2015 21-40-06Il santuario della Madonna dell’Adonai si trova nei pressi di Brucoli e fa parte della diocesi di Siracusa. In base ad antiche testimonianze, riprese anche da scrittori del XVI e XVII secolo, il santuario sarebbe un oratorio paleocristiano, come attesta l’epiteto ebraico della Madonna Mater Adonai, ovvero Madre del mio Signore. L’oratorio venne fondato nella prima metà del III secolo da un cristiano di nome Publio, in uno degli ipogei costituiti dalle cosiddette grotte del Greco che, fin dal paleolitico, mostrano una marcata vocazione sacra. Inizialmente utilizzate come ipogei funebri, poi occupate dai Greci Megaresi come ricovero e luogo di sepoltura intorno al VII secolo a.C., durante la colonizzazione greca della Sicilia, quindi rifugio e luogo di culto dei cristiani perseguitati (250 d.C.). Si trattava dei fedeli della comunità di Leontinoi, oppressa dalla persecuzione di Decio e Valeriano.

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Megara Iblea

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30-07-2015 22-35-33«Proprio in quel tempo Lamide approdò da Megara in Sicilia alla guida di una colonia e a settentrione del fiume Pantachio fondò una cittadina dandole nome Trotilo. Più tardi passò di là a Leontini dove, per un breve periodo, divise con i Calcidesi la direzione politica di quella colonia; scacciato dai Calcidesi, fondò Tapso e venne a morte, mentre i suoi, espulsi da Tapso, eressero Megara denominata Iblea, poiché il re dei Siculi Iblone aveva loro concesso la terra, anzi ve li aveva condotti di persona. E per duecentoquarantacinque anni fu la loro sede, finché Gelone tiranno di Siracusa li espulse dalla città e dal suo contado.»
(La Guerra del Peloponneso, VI libro, Tucidide)

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Naxos

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22-07-2015 09-43-29La lunga penisola che si conclude col Capo Schisò è stata abitata in modo pressoché continuo dal neolitico fino all’arrivo, secondo la tradizione nel 734 a.C., dei coloni greci. Infatti sono state rinvenute capanne della media età del bronzo (Cultura di Thapsos) e materiali pertinenti alla fase dell’età del ferro detta di Cassibile (X-IX secolo a.C.): le fonti affermano che all’arrivo dei Greci il sito della colonia di Naxos era già occupata da indigeni che certamente popolavano, se non proprio Capo Schisò, le alture intorno alla punta (secondo Diodoro), noto poi come il massiccio del Tauro, da cui avrebbe preso il nome Tauromenion (Taormina). Naxos è la prima colonia greca ad essere fondata in Sicilia nel 735 a.C. Nel 495 a.C., il tiranno di Gela Ippocrate voleva la città ma non riesce a conquistarla. Naxos è alleata di Atene nella guerra contro Siracusa. Nel 403 a.C. il tiranno di Siracusa Dionisio I distrugge la città per punirla dell’alleanza con Atene. Gli abitanti vengono venduti come schiavi e le rovine della città vengono cedute ai Siculi. Dopo questo evento Naxos rimane un porto commerciale, ma perde il rango di polis (città-stato). La popolazione si trasferisce sul Monte Tauro e fonda la città di Tauromenium l’attuale Taormina. “Primi fra i Greci i Calcidesi venuti per mare dall’Eubea fondarono Nasso ed innalzarono un altare ad Apollo Archegetes…” (Tucidide, La guerra del Peloponneso , libro VI, 3,1).

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Grammena

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16-09-2015 11-43-25L’indagine archeologica, condotta dalla Soprintendenza di Catania nel 2007, ha portato alla luce una fattoria romana, caratterizzata da molteplici fasi di vita (III-VII secolo d.C), nella zona di un precedente insediamento ellenistico. Una basilica a tre navate con nartece è stata costruita, in età tardo-bizantina (VIII sec. d.C. – prima metà del IX sec. d.C.), in parte distruggendo i resti della fattoria e quelli di una di una frequentazione più tarda della zona (VIII sec. d.C.).

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Terme romane

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Le terme

Terme Achilliane

Terme Achilliane

Le terme romane erano degli edifici pubblici con degli impianti che oggi chiameremmo igienico-sanitari. Sono i precursori degli impianti odierni e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l’antica Roma, a partire dal II secolo a.C.. Alle terme poteva avere accesso quasi chiunque, anche i più poveri, in quanto in molti stabilimenti l’entrata era gratuita o quasi. Le numerose terme erano un luogo di socializzazione, di relax e di sviluppo di attività vive per uomini e donne che, in spazi ed orari separati, facevano il bagno completamente nudi. Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative. Col tempo, soprattutto in età imperiale, si diffusero anche dentro le città, grazie allo sviluppo di tecniche di riscaldamento delle acque sempre più evolute. Al riscaldamento dell’acqua provvedevano i focolari sotterranei che diffondevano aria calda dagli ipocausti, gli spazi sottostanti alle pavimentazioni sospese (suspensùra) dei vani da riscaldare.

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Akrai

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14-08-2015 21-24-47La città di Akrai, ubicata ad ovest rispetto alla moderna Palazzolo Acreide, la più antica delle subcolonie di Siracusa, secondo Tucicide, fondata 70 anni dopo la fondazione della madrepatria, si trova nella zona più occidentale dell’altipiano posto tra le due valli del Tellaro a sud e dell’Anapo a nord ed occupava un posto strategico che consentiva il controllo dell’entroterra.
I primi studi sull’antica città risalgono al sec. XVI e riguardarono il problema dell’identificazione del sito della città antica. Il primo ad identificare Akrai con il sito posto ad ovest di Palazzolo fu il Fazello, ma è solo con il barone Judica nel sec. XIX che comincia la vera e propria ricerca archeologica.

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