Descrizione |
Su una traversa di via Rogatuso, alla fine di via Pedata sant'Agata, ci imbattiamo in un altarino con un'immagine ottocentesca della santa catanese che ci annuncia il sito che ha dato il nome a questo articolo. Scavata sulla roccia lavica, una piccola orma umana di fanciulla disegna la forma del piede della santa. Lí accanto, ci assicurano i vicini, era visibile una seconda orma, questa volta a forma di pié di capra: quella del diavolo tentatore delle virtú virginee della nostra santa. Ovviamente dimenticate la storia e la veridicitá del tutto per assaporare solo la leggenda imbevuta del mondo fantastico dei nostri avi (se per caso siete scettici e agnostici come chi scrive, non vedrete niente di tutto ció ma solo una pietra lavica dovuta molto probabilmente a qualche colata preistorica).
Chissá per quale motivo sembra che sant'Agata usasse lasciare la sua impronta nella pietra a testimonianza della sua presenza in quei luoghi.
Ci racconta Giuseppe Pitré nella sua raccolta di leggende siciliane:
"Nella chiesa, detta di Sant' Agata la Pidata, in Palermo, fuori porta Sant' Agata, sulla via che conduce alla Chiesa di S. Spirito , é la impronta di un piede. "Si vuole che abbia dato motivo alla erezione (di essa chiesa) l'impressione miracolosa, che dicono, del piede di detta Santa in un sasso, perché nell'anno 253 della persecuzione di Decio Imperatore , essendo Prefetto della Sicilia Quinziano, che iacea la sua dimora in Catania, ed avendo, come scrivesi, a se chiamata la Vergine S. Agata, uscita questa dalla cittá, e giunta al luogo ove é ora la chiesa, le si sciolse il laccio di una scarpa, onde posó il piede su di un sasso , per legarselo, e di un subito restó impresso il vestigio sulla pietra. Fanno menzione di questo leggendario prodigio il Codice Vaticano riferito dal P. Ottavio Gaetani , il Pini, il Baronio, il Forte, il Faso, il Cascini ed altri. Anticamente si chiamava esso luogo: S. Agata la pietra; cosí nel 1324 in un testamento di Riccardo Filangeri. La impronta di Sant'Agata é religiosamente custodita sotto il primo altare a sinistra di chi entri."
Questa testimonianza potrebbe fare riaprire fra i nostri lettori un'antica e mai risolta diatriba circa il luogo di nascita della santuzza: Palermo o Catania?
Ma ci rifacciamo subito con una terza impronta questa volta impressa nella chiesa di sant'Agata al Carcere in Catania (vedi ).
"Un pezzo di lava conservasi nella chiesa del Santo Carcere, nel quale son le impronte delle piante di due piccoli piedi; tali impronte si dice siano state lasciate da Sant'Agata, quando eia uno sgherro fu spinta nella prigione. Questo sasso é da tempo oggetto di grande venerazione ai fedeli; come lo é parimenti il velo che ancora si conserva e che si dice sia rosso perchè divenuto tale allorchè la Santa fa gettata nella fornace". |