
Calendula L., 1753 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae).
<br>Etimologia. Il nome del genere deriva dal latino Calendae, parola con la quale i Romani indicavano il primo giorno del mese, dato che fiorisce in continuazione più o meno durante tutta l'estate.
<br>Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (o Linneo) (1707-1778) nella pubblicazione " Species Plantarum" ( Sp. Pl. 2: 921 ) del 1753.
<br>I fiori
<br>Habitus. Le specie di questo genere hanno un habitus erbacee annuo, bienne o perenne (o anche subarbustivo); sono inoltre prive di lattice. Alcune specie sono ghiandolose o aromatiche (odore sgradevole).
<br>Radici. Le radici sono secondarie da rizoma.
<br>Fusto. La parte aerea in genere è eretta (o decombente), semplice o ramosa. Talora il fusto può essere sub-legnoso. La superficie è glabra o aracnosa e/o stipitato-ghiandolare. Altezza media: 5 – 70 cm.
<br>Foglie. Le foglie in genere sono cauline disposte in modo alternato e sono sessili (o picciolate). Il contorno della lamina è intero con forme da ellittiche, obovate o da oblunghe a oblanceolate, spatolate o lineari. I margini sono interi o dentati. La consistenza della foglia normalmente è erbacea con superficie scarsamente aracnosa e/o stipitato-ghiandolare.
<br>Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose. Le infiorescenze vere e proprie sono formate da un capolino terminale peduncolato (raramente sessile) di tipo radiato. Alla base dell'involucro (la struttura principale del capolino) può essere presente un calice formato da alcune brattee fogliacee. I capolini sono formati da un involucro, con forme da campanulate a emisferiche, composto da 13 - 40 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le brattee, glabre o pelose, da lanceolate a lanceolate, sono disposte in modo più o meno embricato su 1 - 2 serie e possono essere connate alla base; talora possono avere un margine ialino. Il ricettacolo, a volte alveolato, è nudo (senza pagliette a protezione della base dei fiori); la forma è piatta. Diametro dell'involucro: 10 – 30 mm.
<br>Fiori. I fiori (fiori del raggio: 13 - 50; fiori del disco: 20 - 60) sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati e zigomorfi) sono femminili e fertili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi e actinomorfi) sono funzionalmente maschili.
<br>Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
<br>Corolla: nella parte inferiore i petali della corolla sono saldati insieme e formano un tubo. In particolare le corolle dei fiori del disco centrale (tubulosi) terminano con delle fauci dilatate a raggiera con cinque lobi più o meno patenti. Nella corolla dei fiori periferici (ligulati) il tubo si trasforma in un prolungamento da lineare a lanceolato terminante generalmente con tre denti. Il colore delle corolle varia dal giallo-vivo al rosso-arancio.
<br>Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi. La parte basale del collare dei filamenti può essere dilatata. Le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo. Le appendici apicali delle antere sono sagittate. Le teche (produttrici del polline) non sono calcarate (sono cioè prive di speroni), ma hanno le code (caudate). La struttura delle antere è di tipo tetrasporangiato, raramente sono bisporangiate. Il tessuto endoteciale è polarizzato. Il polline è di tipo echinato (con punte sporgenti) a forma sferica.
<br>Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è intero (fiori maschili), troncato e con un ciuffo di peli. Le superfici stigmatiche sono continue (e divise almeno alla base) o separate. Dei peli radicali formano un anello alla base dello stilo; la pubescenza può arrivare fin sotto gli stigmi.
<br>Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo. Gli acheni presentano a volte un esocarpo carnoso e colorato e sono molto variabili nelle forme e dimensioni (achenio polimorfo): è "rostrato" se ricurvo e prolungato in una specie di becco privo di spine; "cimbiforme" se ricurvo, alato, ma privo di becco; "anulare" se molto ricurvo, spesso tanto da chiudersi ad anello, privo di ali e di spine.
<br>Biologia. Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
<br>Distribuzione e habitat. Quasi tutte le specie sono presenti dall'area mediterranea fino all'Himalaya occidentale. Altrove (America, Asia orientale e Australia sono introdotte. In Italia si trovano allo stato selvatico le specie C. arvensis e C. suffruticosa; la specie C. officinalis, coltivata ovunque per ornamento, può trovarsi spontaneizzata e inselvatichita da 0 a 600 m sul livello del mare.
<br>Fonte <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Calendula">Wikipedia</a>
Comune: Ragusa - Località: Celone
Coordinate. Inizio percorso: 36°57'08''-14°41'53''- Fine percorso: 36°56'50''-14°42'17''
Quota. Inizio percorso: 643 m - Fine percorso: 587 m
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